Social media strategy, questa sconosciuta
Aumentare le conversioni, alimentare la user research, rafforzare l’immagine di un brand: i social media sono ormai parte integrante di ogni strategia di web marketing.
Il punto è che, tutt’oggi, il mondo dei social media appare ai più come una nebulosa sconosciuta fatta di like e di tweet, lontana (se non addirittura alternativa) rispetto ai criteri strategici e agli obiettivi concreti che guidano il web content marketing più “classico”.
Vogliamo più like!
Quante volte ci è capitato di ascoltare questa frase? Moltissime.
Il punto è che l’efficacia di una social media strategy non si misura in like, né in retweet. Né sono i like e i retweet l’obiettivo ultimo del lavoro di un social media manager.
I social media, come ogni altro strumento di marketing, hanno obiettivi strettamente connessi con i goal aziendali, che sono misurabili e assolutamente concreti: l’incremento delle vendite, ad esempio, oppure l’aumento della customer satisfaction, la riduzione dei costi e così via.
I canali social: uno, nessuno, centomila
Utilizzare i social media non significa utilizzare tutti i social media. Per questo la prima cosa che facciamo quando un cliente ci domanda di occuparci della social media strategy aziendale è un inventario dei canali già in uso.
Non c’è infatti niente di strategico nell’aprire un account per ogni canale esistente sul web. Servono prima di tutto un’analisi degli obiettivi concreti aziendali, poi una user research che individui il target utenti cui fare riferimento per i diversi obiettivi e, in ultimo, una scelta mirata dei canali social attraverso cui raggiungere tali obiettivi e tali utenti.
Solo in questo modo la strategia sarà mirata e, dunque monetizzabile.
Non sottovalutare i contenuti: piani editoriali e copywriting
Una strategia social deve essere anche e soprattutto una strategia editoriale e di contenuti. I social media sono infatti strumenti “push” e non ha alcun senso proporre certi contenuti in un certo momento (dell’anno, della settimana, della giornata) se l’audience cui si fa riferimento non è pronto o disponibile a riceverli.
Questa consapevolezza si traduce nella necessità di organizzare la comunicazione sulla base di piani editoriali che individuino non solo i contenuti da trasmettere ma anche il momento migliore per farlo.
A ciò si aggiunge la cura del contenuto anche da un punto di vista micro: cos’è che rende efficace un “social content”?
Citando Kristina Halvorson, CEO e founder di Brain Traffic, “The web is content. Content is the web. It deserves our time and attention.”
Vi abbiamo convinti?
Credit alistapart.com